Cannavacciuolo svela il retroscena: “Sapevo quanto l’avevo pagato e…”, si innervosiva molto

Antonino Cannavacciuolo, parlando della sua Villa Crespi, ha rivelato un retroscena di cui nessuno era a conoscenza su un piatto della sua cucina.

Antonino Cannavacciuolo è uno degli chef più amati del mondo della cucina. Nato a Vico Equense, è cresciuto tra i vicoletti del borgo, circondato da mille colori e profumi. Come racconta sul suo sito, la prima volta che ha messo piede in una cucina aveva circa otto anni. Gli piaceva seguire suo padre, anche lui cuoco, nei grandi ristoranti, e già allora pensava che nella vita non avrebbe voluto fare altro che lo chef.

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Cannavacciuolo svela il retroscena: “Sapevo quanto l’avevo pagato e…”, si innervosiva molto (Foto Youtube @cosamangiamooggi) mastrosasso.it

Dopo aver frequentato la scuola alberghiera, ha avuto modo di affrontare subito importanti esperienze fino a quando nel 1999 ha assunto, insieme a sua moglie Cinzia, la gestione della dimora storica Villa Crespi, a Orta San Giulio, sul lago d’Orta. Per arrivare dove è oggi Antonino ha fatto tanti sacrifici, come lui stesso spesso ha avuto modo di raccontare. Lo chef qualche anno fa, durante un confronto dietro le quinte del suo ristorante, ha svelato un retroscena che nessuno conosceva.

Antonino Cannavacciuolo, lo ha raccontato dietro le quinte di Villa Crespi: il retroscena mai svelato

Dopo numerose esperienze nelle cucine più importanti, Antonino Cannavacciuolo ha preso in gestione Villa Crespi, divenuto oggi uno dei ristoranti più importanti e famosi d’Italia. Nel corso degli anni, per arrivare all’attuale successo, ha dovuto fare molti sacrifici e si è impegnato tantissimo. Sul profilo Youtube Cosamangiamoggi lo chef è stato in passato intervistato e ha parlato di alcuni piatti tipici del suo ristorante.

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Antonino Cannavacciuolo, lo ha raccontato dietro le quinte di Villa Crespi: il retroscena mai svelato (Foto Ansa) mastrosasso.it

Ha svelato un retroscena, raccontando di un piatto che non è mai stato toccato o rivisitato, la linguina con la zuppetta di segale, ovvero con il pane di segale e amaretti: “Non l’abbiamo mai toccato, era un piatto di recupero, quando non si parlava ancora di recupero. Si usava questo pane per darlo vicino ai formaggi, era un pane che te lo facevano passare come dolce, perché aveva l’uvetta”, ha esordito lo chef.

Ai tempi questo tipo di pane costava 25 mila lire al Kg ed era considerato dolce, dato che conteneva l’uvetta. Quando la sera avanzava, visto il prezzo, si utilizzava per fare le linguine: “Ai tempi costava 25 mila lire al Kg, allora quando la sera avanzava, sapevi quanto avevi pagato e allora si faceva la salsa e dalla salsa è nato il piatto”. A quanto pare con questo pane speciale ha proposto di fare un sughetto che poi ha usato per preparare il primo piatto.

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