“Sono stato fino a 30-35 anni senza parlare” il retroscena sconvolgente di Bruno Barbieri

Rivelazione che sconvolge il pubblico di MasterChef: Bruno Barbieri si confessa senza filtri.

Tra i più noti Chef vip del piccolo schermo, Bruno Barbieri risulta anche tra i più temuti. Il cooking show di Sky ne è un esempio. Spesso si mostra particolarmente esigente dinanzi agli sguardi impauriti degli aspiranti cuochi. Una rigidità che rispecchia la disciplina in cucina, specialmente quando si pretende l’eccellenza.

Bruno Barbieri
“Sono stato fino a 30-35 senza parlare”: il retroscena sconvolgente di Bruno Barbieri (Credits: ANSA) – mastrosasso.it

Una carriera lunga, costellata da 7 stelle Michelin e un curriculum da lasciare senza fiato. Un nome divenuto altisonante nell’ambiente (culinario) che conta, quasi infondendo soggezione. Diventa così un Maestro, un professionista di alto livello, ormai il successo è nelle sue mani da circa 5 lustri.

Ma è solo apparenza. O meglio, gli anni di militanza nelle cucine indiscutibili tuttavia non è quel cuore di ghiaccio che molti ritengono sia. Oggi esprime giudizi, sentenzia sopra un piatto ben o mal riuscito, recupera una parte della sua vita nella quale non ha mai potuto parlare. Questo, il vero segreto dello Chef.

Bruno Barbieri: “Non potevo dire nulla”, rivelazione shock

Le navi da crociera, da cui tutto ebbe inizio. Poi l’assunzione nei diversi ristoranti dislocati per l’Italia. Il suo mentore? Chef Igles Corelli. La determinazione lo ha portato lontano ma non dimentica la faticosa gavetta: “Sulle navi mi alzavo alle quattro di mattina e facevo 400 omelette” così racconta a Il Corriere della Sera.

Bruno Barbieri
Bruno Barbieri: “Non potevo dire nulla”, rivelazione shock (Credits: YouTube @TheFutureCEOshorts) – mastrosasso.it

In aggiunta, durante l’intervista per il podcast The Future CEO Shorts, Bruno Barbieri confessa: “Io sono stato fino a 30-35 anni senza mai parlare. Sempre in silenzio“. Sconvolgente, ma c’è il motivo: “Il mio ‘io’ era una carta assorbente, che assorbiva notizie” rivelando: “Facevo stage, incontravo Chef, li guardavo da lontano“.

Un modo per dire che fino a una certa età, seppur adulta ma giovane rispetto ai più anziani di esperienza, non ha mai alzato la testa: osservare imparando, in silenzio. Senza far rumore ha colto i segreti dei suoi Maestri, studiandone i comportamenti, mosso da una grande ambizione: “Un giorno arriverà il mio momento“.

E quel momento è giunto da tempo. Una rivincita sebbene faccia parte del mestiere. Una professione che richiede impegno, disciplina, costanza e tanta umiltà – del resto, come in altri campi della vita. Imparare con presunzione non porta a nulla, se non crearsi terra bruciata intorno. Aprire la mente, cuore e spirito.

E, tornando a Il Corriere della Sera, manifesta piena gratitudine e riconoscenza: “Non mi scordo da dove sono partito. È grazie a quelle persone se ho potuto scegliere di vivere la vita che ho scelto per me“. Chef, colleghi, amici, un’intera esistenza al servizio della cucina, esploratore dei sapori nel mondo, fino alla consacrazione.

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