Ma il gestore di un lido di balneazione può davvero impedire ai clienti di introdurre cibo e allo scopo requisire eventuali borse? Cerchiamo di capire cosa dice la legge a riguardo.
L’estate è ormai arrivata e capiterà sicuramente almeno una volta a tutti di organizzare una giornata al mare; zaino con il necessario occorrente, magari un panino e una bottiglina di acqua e via verso la costa. Una volta volta arrivati al lido scelto però ci si potrebbe rendere conto che il gestore impone come regola quella di non introdurre cibi o bevande esterne, rendendo di fatto obbligatoria la consumazione nel bar interno. Ma questa decisione è lecita? Può cioè un gestore impedire ai clienti di introdurre cibo portato da casa? Vediamo cosa dice la legge e come comportarsi a riguardo.
Insalata di riso preparata appositamente il giorno prima o magari pizzetta e cornetto comprati al bar sotto casa prima di andare in spiaggia, il tutto da mettere in borsa e portarlo con sé al lido balneare scelto dove consumare poi il cibo quando si vuole. Ma quante volte si è arrivati allo stabilimento e si è scoperto il divieto, imposto dai gestori, di introdurre cibi esterni?
Si tratta di un espediente volto ad aumentare le entrate del lido. Insomma non solo si paga la discesa in spiaggia con ombrellone e lettino, per altro sempre più costosi, ma si obbliga il cliente a consumare dal bar/ristorante del lido stesso. La vera domanda a questo punto non che essere una: ma i gestori degli stabilimenti hanno la facoltà di imporre questi divieti e perquisire e trattenere eventuali borse con cibo portato da casa? In questo senso la legge è davvero molto chiara e non lascia spazio a fraintendimenti.
Non esiste nessuna imposizione di legge che vieti ai clienti di introdurre negli stabilimenti a gestione privata cibo portato da casa o acquistato fuori. Allo stesso modo non esiste alcuna diposizione che permette ai gestori di imporre i propri prodotti alimentari.
Se non esistono divieti ed imposizioni, va da sé che anche la pratica delle perquisizioni o delle borse trattenute dal gestore non sono ammissibili, che per altro è un’attività prevista dal codice di procedura penale ma effettuabile dalle autorità con regole ben precise.
Quindi un gestore che si comporta in questo modo vìola, di fatto, non solo i diritti dei bagnanti ma anche il codice civile. Per cui, in caso di insistenze o si cambia stabilimento o si fanno intervenire le autorità.
Tra i diritti dei bagnati, quindi, c’è la possibilità di consumare cibo in spiaggia portato da casa anche quando si tratta di uno stabilimento dato in gestione dal demanio ad un cittadino privato. L’unica vera regola da rispettare è che il consuma avvenga nel rispetto degli altri bagnanti e dell’ambiente.
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