Che cosa vuol dire ‘mappazzone’, termine usato spesso da Bruno Barbieri durante la trasmissione MasterChef Italia.
Bruno Barbieri, negli ultimi anni, si è fatto strada nel mondo della televisione ed oggi, oltre ad essere un cuoco e un imprenditore, è uno dei personaggi più amati dal pubblico. Ha esordito sul piccolo schermo nel 2011, nel programma MasterChef Italia, in veste di giudice e ancora adesso copre, nel format, questa posizione. Stesso ruolo che poi ha ricoperto, per tre edizioni, a Junior MasterChef Italia e nel 2017-2018 a Celebrity Chef Italia.
Dal 2018 è alla conduzione del format per Sky Bruno Barbieri -4 hotel, dove in ogni puntata si sfidano quattro proprietari di Hotel. Ognuno dei titolari, a turno, ospita nella propria struttura gli altri colleghi, insieme a Barbieri. Lo chef, grazie alle numerose partecipazioni televisive, è diventato particolarmente noto e si fa notare anche per la sua veemenza nel dare un giudizio. Durante il programma MasterChef è avvezzo a dire sempre quello che pensa ed, in particolare, si lascia andare ad un’espressione abitudinaria, mappazzone. Ecco qual è il significato.
MasterCherf Italia è uno dei programmi più seguiti di Sky. Per questo, dopo l’esordio avvenuto dieci anni fa, non si è più fermato e anno dopo anno sono state prodotte nuove stagioni. Chi segue la trasmissione e lo chef avrà ascoltato i suoi giudizi molto schietti e sinceri e avrà notato che utilizza, con consuetudine, il termine mappazzone. A svelare il significato di questa espressione è stato lo stesso Barbieri.
Intervistato in una puntata de Le Iene, da Nicolò De Devitiis, ha spiegato che lo utilizza quando in un piatto c’è un eccesso di ingredienti: “Quando nel piatto c’è un eccesso di ingredienti, senza un’armonia nell’impiattamento diventa un mappazzone”. A quanto pare il conduttore usa questo termine per indicare una pietanza senza armonia e senza anima, per descrivere un insieme confuso di ingredienti.
Nel corso della sua carriera Barbieri è riuscito a raggiungere numerosi successi e soddisfazioni. Nonostante ciò, ha una grande delusione, quella di non essere riuscito ad ottenere la terza stella Michelin: “È il neo della mia carriera”, ha spiegato. Ha poi aggiunto, ribattendo all’inviato de Le Iene, che uno chef dà il meglio tra i 35 e i 54 anni: “Dopo è finita, dedichi la tau vita intera e ad un certo punto devi accettarlo”.
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