Antonino Cannavacciuolo ci va giù pesante: “C’è ipocrisia”, lo sfogo dello chef

Antonino Cannavacciuolo non le manda di certo a dire. Lo chef campano ci è andato giù pesante e lo sfogo non è passato inosservato: le sue parole.

Non ci sono dubbi nel sottolineare l’importanza di Antonino Cannavacciuolo nel mondo gastronomico italiano, e non solo. È uno degli chef più popolari ed è conosciuto al grande pubblico anche grazie al piccolo schermo e ai vari programmi che lo hanno visto protagonista: da MasterChef Italia a Cucine da Incubo, format che hanno mostrato la sua professionalità.

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Antonino Cannavacciuolo ci va giù pesante: “C’è ipocrisia”, lo sfogo dello chef (Ansa) – mastrosasso.it

Classe 1975, lo chef originario di Vico Equense è riuscito a conquistare la scena legando il suo volto e il suo nome alla ristorazione italiana, diventando uno dei nomi più importanti che hanno contribuito a diffondere la cultura gastronomica e l’idea di cucina come esperienza. Dopo aver festeggiato i primi 25 anni di Villa Crespi e dopo aver compiuto 50 anni, Cannavacciuolo si è raccontato in una intervista a Gambero Rosso. Lo chef ha parlato senza filtri, dicendo la sua in merito all’alta cucina e ai prezzi piuttosto alti nel suo settore.

Antonino Cannavacciuolo, senza filtri: la verità dietro i prezzi dell’alta cucina

Il successo professionale di Antonino Cannavacciuolo è arrivato grazie a Villa Crespi, il ristorante aperto nel 1999 sul lago d’Orta che oggi ha conquistato tre stelle Michelin. Nel corso degli anni, lo chef campano ha aperto altre attività, come il bistrot a Torino, Le Cattedrali ad Asti, Cannavacciuolo By The Lake a Pettenasco. Senza dimenticare Cannavacciuolo Countryside a Ticciano (Campania) e Cannavacciuolo Vineyard a Terricciola (Toscana).

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Antonino Cannavacciuolo, senza filtri: la verità dietro i prezzi dell’alta cucina (Ansa) – mastrosasso.it

Nell’intervista lo chef ha parlato dei prezzi nella ristorazione di alto livello, considerati troppo alti dalla maggior parte delle persone. Ha espresso il suo pensiero diretto e senza giri di parole: Tutti facciamo i fenomeni però tu da me prendi il migliore scampo che c’è, e un chilo di scampi di prima categoria, che sono tre, a me costa 70 euro. – ha detto Cannavacciuolo – E poi non accetti che il mio menu costi 200 euro. C’è molta ipocrisia”, ha tuonato.

Cannavacciuolo ha spiegato che secondo lui c’è un problema di percezione, perché lui quando parla di prezzo non si riferisce al piatto in sé per sé, ma a tutto ciò che gira intorno alla creazione di un piatto: dai dipendenti che non fanno mancare niente ai clienti ai fiori che costano allo chef 3.500 euro a settimana. Poi ha fatto l’esempio del panettone, spiegando che lui non può venderlo a meno di 35-40 euro perché usa il burro francese.

“Come fai a far pagare un panettone 5 o 6 euro? Che ci metti dentro?”, ha detto, mettendo a paragone il suo panettone (realizzato con il burro francese) con quello di chi lo vende a 5 euro. Il pensiero dello chef è quello che molti non sono capaci di apprezzare l’alta ristorazione in Italia e dei prodotti che usa.

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